FAI scuola: l’arte è di tutti
Questa intervista è stata realizzata dopo che un nostro compagno ci ha parlato con entusiasmo del progetto legato al FAI (Fondo Ambiente Italiano) curato dalla professoressa Sara Andriani in cui gli studenti si impegnano a far conoscere e rivivere la chiesa di Santa Maria in Campo di Cavenago Brianza, suscitando la nostra curiosità.
Inoltre, il progetto, presente tra le attività dei corsi PNRR proposti dalla scuola, ci è sembrato interessante per approfondire il tema della tutela dei beni culturali nel nostro territorio.
Il nostro obiettivo è stato quello di informarci meglio e coinvolgere gli altri studenti in questa realtà, ma anche di contribuire a far conoscere il FAI e l’importanza della valorizzazione del patrimonio culturale a tutta la nostra comunità scolastica.
Intervista alla professoressa Sara Andriani
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Abbiamo saputo che vi state occupando di tutela dei beni culturali nel territorio vimercatese e noi del giornalino siamo curiosi di saperne di più, in particolare di questo progetto. Sappiamo che siete entrati in contatto con il FAI: per cosa sta questo acronimo e in quali progetti state collaborando con loro?
Prof.ssa Sara Andriani
Il FAI sta per Fondo Ambiente Italiano ed è l’associazione senza scopo di lucro che si occupa di proteggere, tutelare e valorizzare i beni di proprietà privata che non sono visibili durante l’anno. Di conseguenza i proprietari lasciano a questa associazione il compito di proteggerla, tutelarla e renderla il più fruibile per a tutti e al pubblico. Quindi vengono organizzate queste giornate in inverno e primavera in modo tale che vengano aperti anche monumenti impossibili da vedere, è un’occasione unica e gli addetti sono tutti volontari. Tutti noi che siamo all’interno del gruppo agiamo a titolo gratuito mossi esclusivamente della passione che ci accomuna per l’arte in generale.
Io da restauratrice ho dentro di me da sempre proprio la tutela, la conservazione, la valorizzazione del bene culturale e quindi, entrando poi da docente nella scuola, ho sempre cercato nei progetti scolastici di introdurre questo aspetto.
Finalmente, grazie ai progetti come il PNRR o come i fondi PON, da cui era partito tutto, sono riuscita a inserire la scuola all’interno di un progetto che ormai portiamo avanti da quattro anni.
Siamo partiti da una piccola chiesa che non era neanche sotto il FAI, che è Santa Maria in Campo di Cavenago di Brianza, poi da lì siamo cresciuti e da quest’anno il FAI ci ha lasciato anche il santuario di Camuzzago. Quindi dall’anno prossimo partirà tutto un lavoro di valorizzazione anche su quel monumento.
Santa Maria in Campo di Cavenago di Brianza
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Questo progetto è quindi anche nato da una sorta di desiderio personale…
Prof.ssa Sara Andriani
Certo, la volontà personale, come dicevo, di una restauratrice e docente di storia dell’arte. Non sono io la prima a far nascere nei miei ragazzi la passione, non solo, ma proprio educarli alla civiltà per quanto riguarda anche il nostro patrimonio, insegnando nell’educazione civica ho cercato proprio di portarli dal punto di vista pratica nella cosa e funziona, devo dire, perché comunque i corsi sono aperti a tutti.
Ho ragazzi quest’anno anche dell’ITIS, del liceo scientifico e artistico e alla fine tutti in qualche modo ne capiscono il valore. Sono molto soddisfatta di questo.
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Quindi possono partecipare anche studenti di qualunque indirizzo?
Prof.ssa Sara Andriani
Assolutamente, l’arte è di tutti.
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È un ottimo detto, ci fa piacere ascoltare delle belle parole come queste.
Come si è evoluto però questo progetto? Come siete arrivati a collaborare con l’associazione FAI e con i Comuni della zona?
Prof.ssa Sara Andriani
In realtà siamo partiti proprio in piccolo, con le nostre 30 ore qui a scuola del PON. Siamo partiti semplicemente da riscrivere quel poco che era stato scritto di questa chiesa di Santa Maria in Campo a Cavenago. Abbiamo rifatto le foto, abbiamo aggiornato il sito web e da lì ci hanno notato.
Dal FAI infatti mi hanno contattato dopo che hanno visto il nostro sito web, molto soddisfatti del lavoro che era stato fatto perché avevamo veramente approfondito le poche cose che erano scritte.
Santa Maria in Campo di Cavenago di Brianza
Ci abbiamo fatto poi un nostro percorso, abbiamo curato la grafica e poi ci siamo fatti notare nella giornata di Villa Aperte. In questa manifestazione abbiamo iniziato a collaborare con il comune di Cavenago. La pubblicità funzionato ed ecco che del FAI ci hanno contattato, ci hanno chiesto di partecipare con i ragazzi che fatto Ville Aperte alla prima giornata per la chiesa del FAI, perché dopo dieci anni il FAI ha deciso di riprendersi in cura la chiesa e abbiamo avuto un grande successo. I ragazzi infatti sono stati bravi e quindi ecco che mi hanno chiesto poi di collaborare in modo ufficiale con loro, tanto che sono diventata io la referente per tutte le scuole del Vimercatese per quanto riguarda appunto il FAI scuola. Nella stanza della preside c’è la targhetta che attesta che noi siamo l’unica scuola del Vimercatese che è accreditata come cicerone ufficiali del FAI: è un ottimo risultato per la nostra scuola!
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Per arrivare a questi traguardi ci devono essere state comunque delle difficoltà negli esordi di questo progetto?
Prof.ssa Sara Andriani
Ovviamente per me all’inizio è stato faticoso. Come docente ho iniziato da sola e adesso pian piano mi sto affiancando alcuni alcuni colleghi, tra cui il prof. Martinelli che sta facendo un ottimo lavoro per quanto riguarda l’aspetto multimediale. Siamo cresciuti proprio nel format del video, della videoregistrazione, delle interviste, del sito web che stiamo rifacendo proprio come si deve. Però sono da sola in questo e quindi per me sono state ore e ore e ore con voi studenti, sabato e domenica dalle 7 del mattino alle 7 di sera, parlare per 20 ore, quella è più una fatica fisica e mentale. Però avete dato tante soddisfazioni e ho avuto i primi riconoscimenti: quindi ne è valsa la pena.
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A proposito della chiesa di Santa Maria in Campo: cosa vi ha affascinato di questo bene storico? Come mai proprio questa chiesa?
Prof.ssa Sara Andriani
Io sono di Cavenago e in quella chiesa anni fa si svolgevano funzioni come la prima comunione, come i matrimoni: lì ho fatto la prima comunione. Fin da piccola ho vissuto questa chiesa, che peraltro era completamente diversa perché oggi, grazie a Planet Farms, la serra verticale più grande d’Europa, hanno realizzato tutta la via di accesso. Poi tutta la zona è cambiata ed è stata industrializzata con il gigante, centri commerciali che l’hanno appunto resa praticabile per arrivarci in macchina. Invece, come dice il nome della chiesa, una volta era nei campi, vi si arrivava con un ponte pedonale. Quindi in noi bambini creava da sempre quella suggestione medievale, un po’ di paura e l’abbiamo sempre vissuta molto intensamente.
Crescendo fin da piccola ho sempre avuto dentro di me questa propensione per l’arte, ho seguito da sempre un percorso artistico e poi quando ho deciso di diventare una restauratrice me ne sono fin da subito occupata, tanto che ne volevo fare oggetto della mia tesi di laurea. Poi ci sono state delle vicissitudini nella proprietà e non mi è stata data questa occasione, però non ho mollato, ci sono ritornata e finalmente sono riuscita a dare il mio contributo che parte come cittadina del paese.
Santa Maria in Campo di Cavenago di Brianza
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Quindi questa chiesa è proprio stata una presenza veramente antica ed è stata proprio testimone di tanti eventi storici: quale storia ha da raccontare? Qual è il suo valore storico?
Prof.ssa Sara Andriani
Il suo valore è unico. Forse è, dopo Sant’Ambrogio, uno degli esempi più belli che abbiamo di Romanico Lombardo. Come raccontiamo nelle visite del FAI di Villa Aperte, molto probabilmente lì c’è passato anche Leonardo da Vinci e quasi sicuramente, se non c’è passato, l’influenza della pittura di Leonardo c’è. Oltre a lui ci sono passati degli ottimi maestri che hanno contribuito soprattutto al ciclo manierista dell’affresco dell’arco trionfale che, guardando alla pittura dei grandi del 400 e del 500, era di proprietà si pensa dei frati umiliati, una delle compagnie più potenti dell’epoca. Ci sono poi passati anche i delegati di Carlo Borromeo: addirittura si pensa che siano loro gli artefici dell’assalto a Borromeo che poi ha portato a chiudere appunto nel 1571 l’ordine, quindi ne ha di storia e sicuramente deve essere conosciuta, se non purtroppo da tutti, ma almeno da chi vive nella zona e nel Vimercatese.
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Quali sono le aspettative che lei ha sul futuro di questo lavoro?
Prof.ssa Sara Andriani
Io spero nel futuro davvero di farla conoscere un po’ a tutti, non soltanto a noi, ma proprio a ‘tout le mond’, tutto il mondo, e grazie all’aiuto della scuola, quel poco aiuto che possiamo dare, essendo un bene, un patrimonio comune di tutti e quindi anche del nostro Stato, per arricchirla sempre di più.
Quest’anno presenteremo un video multimediale attraverso cui i turisti che la visiteranno avranno modo di vedere video, immagini e conoscere delle curiosità in più che magari durante una guida di 50 minuti non si riescono ovviamente a mostrare. Pian piano vorrei riportare, se possibile, gli affreschi staccati che sono stati spostati nella chiesa Santa Maria in Campo, riportarli lì nel loro luogo d’origine o perlomeno rifare delle produzioni più degne di quella Chiesa, cosa che attualmente non c’è, perché purtroppo è un bene lasciato soltanto ai volontari, agli anziani del comune di Cavenago. Anzi, loro hanno fatto già il possibile per questa Chiesa, vanno ringraziati per questo, ma è però giusto che adesso siamo noi giovani a cercare, anche con le nostre competenze più alte, di valorizzare quello che loro fin da sempre hanno comunque fatto, perché hanno creato il comitato Restauriamo Santa Maria in Campo che ha svolto un ottimo lavoro, tanto che gli interventi di restauro più grossi, quelli che hanno permesso di aprirla, sono stati appunto finanziati grazie alla raccolta fondi che per anni questi volontari hanno realizzato.
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Questi volontari giustamente si meritano questa menzione, grazie di averli ricordati. Avete qualche evento pianificato in futuro, oltre e accanto a questo video?
Prof.ssa Sara Andriani
Sì, certo, noi porteremo avanti il nostro impegno, almeno finché sarà possibile e ci saranno le condizioni per farlo. Sicuramente già quest’anno per la prima volta saremo nelle giornate FAI di primavera, il 22-23 marzo, durante le quali ci sarà la novità del Santuario di Camuzzago. Poi col FAI ritorneremo a Santa Maria in Campo a ottobre e a settembre con Villa Aperte. Quest’anno appunto faremo il video, presenteremo la parte multimediale e l’anno prossimo vedremo se riusciremo a iniziare a lavorare sulle riproduzioni degli affreschi strappati. Sicuramente questo progetto andrà avanti per anni, anche soltanto come Cicerone nel presentarlo al pubblico, ovviamente crescendo sempre di più anche voi e dando quindi nelle vostre guide sempre di più.
Chiesa di Santa Maria Maddalena, Camuzzago
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È stata un’intervista veramente affascinante perché è riuscita a descrivere molto bene questo progetto e speriamo che comunque questa intervista possa aiutare a offrire più popolarità anche a questo progetto, almeno nella nostra scuola.
Prof.ssa Sara Andriani
Assolutamente, anche il vostro giornalino ha fatto tanto perché, come dicevo, il FAI sì ci ha visto nel nostro sito, ma ciò è avvenuto perché prima il progetto era girato tramite social attraverso i vostri canali e i vostri articoli sul progetto.
Quindi contiamo anche su di voi: d’altronde la collaborazione è una delle finalità della scuola e di questi corsi extracurriculari.
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Perfetto, la ringraziamo.
Prof.ssa Sara Andriani
Grazie a voi.
L’esperienza degli studenti (Mattia Paulis 4^Q, Narjisse El Alami 4^Q)
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La prima domanda di oggi è: come è stato fare la guida turistica per la prima volta?
Narjisse
La prima volta ti fai prendere dall’emozione, poi, con l’ansia, ti mangi anche le parole. Però anche questa è un’esperienza che ti forma proprio come persona, ti aggiunge qualcosa in più perché riesci ad avere più autostima.
Si cresce, essenzialmente.
Mattia
Sì, concordo.
Non sono una persona timida, quindi non avevo problemi a parlare con gli altri, però ero preoccupato di sbagliare qualcosa, magari di sbagliare appunto il compito della guida, che è molto importante e impegnativo.
Narjisse
Capita anche di sentirti in soggezione, tutti gli occhi addosso, la gente che ti guarda… Soprattutto la prof Andriani…
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Magari poi c’è anche qualche signore che vuole aggiungere quella virgola e farvi quella domandina in più per testare.
Narjisse
Sì, poi quelli che ti continuano a dire “alza la voce, alza la voce”… ecco, questo non ti aiuta certamente.
Mattia
Eh, quello non aiuta per niente.
Studenti dell’Einstein durante il Laboratorio pomeridiano
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Per cui un po’ quello che si impara qui è come approcciarsi con le persone, ma anche come parlare e come essere bravi a informare, giusto?
Mattia
Sì, esatto. Impari a parlare a un gruppo che ti sta ascoltando. A rivolgerti verso una cerchia di persone e come atteggiarti a riguardo.
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Perché avete deciso di prendere parte a questo progetto? Quali erano le cose che vi affascinano della Chiesa o quali erano le proposte che vi hanno più intrigato?
Narjisse
Io personalmente ho deciso di partecipare a questo progetto inizialmente per le ore PCTO, perché comunque, per una giornata, ti dà molte ore di PCTO. In più incontri anche i tuoi compagni di classe, è un momento di svago. Questo è un valore aggiunto, oltre a quello di fare la guida turistica.
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Si coglie l’opportunità di magari fare un intervallo più lungo del normale, quindi?
Narjisse
Esatto, e anche di conoscere persone nuove, perché durante la guida turistica comunque la tua parte magari la ripete anche un’altra persona e quindi, confrontandoti, fai nuove conoscenze e amicizie.
Mattia
Esatto, concordo perché anche io ho iniziato principalmente per le ore, me ne mancavano un po’ di ore di PCTO, quindi mi sono buttato in questa impresa andando lì con alcuni dei miei compagni di classe, ma poi, conoscendo altre compagne di scuola, mi sono trovato in un ambiente molto bello, non pesante soprattutto. Quindi non è uno di quei PCTO magari pesante, è molto leggero e ho conosciuto anche altre persone nuove e comunque ho fatto amicizie.
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È una cosa che ho sentito anche io come intervistatore e partecipante della visita turistica, anche se comunque le mie motivazioni sono state un po’ differenti dalle vostre perché, tendenzialmente, quello che mi interessava era molto più la chiesa in sé, come osservare veramente un monumento, capire come studiarlo e anche conoscere tanti punti di vista diversi da tante persone che hanno voluto vivere attorno a quello che è veramente un monumento alla memoria di tante epoche diverse che non abbiamo più la possibilità di rivedere. Queste erano le nostre domande, abbiamo finito.
Grazie per il vostro tempo e buon lavoro!
Anita Barresi, Daniele Donadoni, Nadia Brioschi, Kavin Kantharaj